Localizzazione deposito nazionale rifiuti radioattivi: la lista dei siti idonei è ancora valida, anche se nessun territorio si è candidato
(Da lafune.eu) – Il governo torna sui suoi passi: la CNAI non è annullata, il Deposito nazionale resta in agenda e si prepara l’imposizione dall’alto. Cittadini e territori insorgono: no alle forzature, sì a trasparenza e rispetto
CANINO – Altro che retromarcia a fari spenti: quella andata in scena durante l’audizione del Ministro Gilberto Pichetto Fratin alla Commissione Ambiente della Camera è stata una vera inversione a U, senza frecce, su una strada dove i cittadini chiedevano trasparenza e ascolto.
A maggio sembrava che il progetto del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi fosse finito nel cassetto (forse quello sbagliato), ma la recente uscita del ministro ha confermato che la CNAI (Carta Nazionale delle Aree Idonee) è ancora in vigore. Nessun annullamento, nessun dietrofront. Anzi: avanti tutta con la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) su 51 siti, tra cui 21 nel cuore della Tuscia, territorio già mobilitato da tempo contro l’ipotesi.
E se nessuno si candida – perché nessuno vuole candidarsi – allora scatterà il “piano B” previsto sin dall’inizio: comitati Stato-Regioni prima, e decisione imposta dal Consiglio dei Ministri poi, ratificata da un Decreto del Presidente della Repubblica.
Il ministro non ha lesinato critiche, etichettando tutte le forme di opposizione – dalle marce civili di Vulci e Corchiano alle osservazioni tecniche mai degnate di risposta. Un’etichetta comoda, certo, ma del tutto inadeguata a descrivere un movimento trasversale che da anni chiede partecipazione reale e trasparenza.
Chi protesta lo fa con cognizione di causa. Perché quando si parla di rifiuti radioattivi con conseguenze che dureranno almeno 300 anni, forse qualche domanda è legittima.
Il nodo Sogin
Al centro della protesta c’è anche Sogin, la società incaricata della gestione del deposito e delle indagini di dettaglio. Ma come si può accettare che chi ha gestito fin qui in modo opaco il processo sia anche il controllore di sé stesso? Il conflitto di interessi è palese. La richiesta è chiara: una nuova entità indipendente, competente, trasparente e soprattutto leale, conduca il percorso di selezione. Altrimenti si continuerà a navigare a vista, in un mare radioattivo di sfiducia.
La posizione dei comitati e dei cittadini non è una negazione del problema. Il deposito nazionale per i rifiuti a bassa e molto bassa attività serve, nessuno lo nega. Ma non si può accettare che venga realizzato con modalità imposte dall’alto e senza garanzie.
Discorso diverso per i rifiuti ad alta attività, quelli veramente pericolosi. In questo caso non si accetta il solito rimando alle calende greche. Serve subito una strategia per un deposito geologico profondo, in Italia o all’estero. La proposta di uno “stoccaggio temporaneo di lunga durata” nel deposito nazionale è semplicemente irricevibile.
